giovedì 31 gennaio 2013

A mia nonna.





La sua vita sta per finire, come se il tempo vorace volesse farle compiere il suo ultimo compleanno, per poi svestirla di ogni sofferenza, che nemmeno può più comunicare.
La sua bellezza di ragazzina ora appartiene solo a quella foto in bianco e nero, che un’amante tiene nascosta nel suo taschino per poterla ogni notte, lontano da occhi indiscreti, contemplare ed amare posandola sopra il suo cuore. C’è chi, fuori dalla finestra, vestito di nero, con un lume in mano e l’orologio a pendolo, conta le sue ore, i suoi minuti…i suoi secondi di una vita arrivata al capolinea della sua corsa, e pian piano si sta fermando tra i binari di una vecchia locomotiva. I ricordi, come passeggeri guardano alienati, fuori dai finestrini, quell'uomo vestito di nero. Dal passato vorrebbero ritornare nella mente e riaggiustare, per un’ ultima volta, i propri bagagli fatti di: passi infantili, mamma-papà, le gite al mare o in montagna, gli animali del cortile, Roma  e le sue vetrine, l’eleganza, la moda, l’adolescenza e i suoi perché, la maturità, la vita di mamma, moglie e nonna poco attenta e tanto impacciata. Quei bagagli pieni di sorrisi, abbracci, liti, rabbie e… pianti in solitudine contro una vita, forse, un po’amara, difficile d’accettare e da prendere con serenità.
“Ci vuole tutta la vita per imparare a vivere, ma anche tutta vita per imparare a morire”.C’è chi , a volte, non riesce neanche a capire determinate cose e ad amare la vita e di conseguenza a rispettare la morte. L’inizio e la fine fanno parte di chi sa d’esistere, e sa che dovrà ,prima o poi, vedere in faccia il suo destino e la sua ultima sosta in una stazione, dove tutti ci ritroveremo un giorno.

                                                                                                        29/11/2006

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