domenica 18 ottobre 2015

Senza sosta







Partire senza fermarsi,
prendere un aereo ed essere già altrove.
Quanto pesano le valigie,
quanto può essere pesante una vita senza una meta?

Il giudicare fa parte della debolezza umana,
che senza sosta scrive con viltà la sua povera verità.

Quanto possono pesare le parole dette e quelle non dette.
Cosa fare quando al di là della cornetta nessuno risponde?
Privi di ciò che sarà il domani, continuiamo ad andare
senza sosta e senza risposta.

Il tempo corre sempre di più e non aspetta a nessuno, 
nemmeno a te che stai lì fermo con gli occhi alla ricerca della tua ombra riflessa sul marciapiede.

Giocati le tue carte e buona fortuna. 

















                         

sabato 26 settembre 2015

Dove sorge il sole





                  


Cara Sibari, 
nel dirti addio dal binario morto della tua stazione,
dal finestrino di questo piccolo treno, guardo il tuo mare immenso 
le tue spiagge deserte dove i gabbiani si stringono, l'uno accanto all'altro,
contro il freddo della notte e della morte.

Mar Ionio,
dimenticato dalla classe politica e da Dio,
come un'ancora che aspetta il pescatore che la tiri su.

Magna Grecia da scoprire, 
con i tuoi alti monti e le tue distese pianure,
faresti paura a qualsiasi forestiero
che folgorato dalla tua bellezza, dopo un pò, farebbe fatica a lasciarti.

Caro Thurio,
quanti racconti di nobili cavalieri cela il tuo mantello,
che pesa come un fardello.

Il fiume impetuoso si è ripreso il suo letto,
e tu Rossano sei stata  travolta, insieme al tuo vicino Corigliano,  dal peso dell' ingordigia.

Lì dove sorge il sole,
non bastano fiaccolate per dare luce ad una Calabria buia ed abbandonata.

Mentre il Tg parla di abusi edilizi,
Cara Ninfa, tu sei già pronta ad andare a battere sulla 106,
anche quando il sole non è ancora sorto sulle tue vesti gialle
al sapore di agrumi e di terra da arare.




Il tempo per un bacio




                                       

Sotto il cielo di Budapest
c'è ancora tempo per un bacio.
Prima di ripartire verso nuove vie.


Sopra gli scogli di Lesbos
c'è finalmente tempo per un abbraccio ed un ultimo sguardo verso quella casa senza luce, che sta sull'altra sponda del mare.

Su un vagone che va verso la Germania, c'è tempo per una preghiera per chi in fondo al Mar Mediterraneo tiene ancora gli occhi aperti e le mani tese verso una terra promessa mai raggiunta.

Davanti ad un cartellone con su scritto "Welcome", "Benvenuti",
c'è tempo finalmente per piangere
dalla gioia di essere giunti all'inizio di una nuova vita.

Tra le felci alte dell'Europa,
c'è tempo per sorridersi, occhi negli occhi, 
stringendo a sé il proprio futuro
sperando di poter, un giorno, ritornare ad odorare il profumo ancestrale delle proprie radici. 












giovedì 24 settembre 2015

ART MAKES

                         ART MAKES
                                      
                                                    (una poesia in prosa)



                                                        



I colori danno vita al mondo.

Come i globuli rossi arrivano lungo le arterie del cuore, così l’arte fa battere le nostre emozioni dentro l’involucro dell’anima a ritmo dell’impressionismo, della pop art, del rinascimento, dell’esistenzialismo e dell’avanguardismo.

Il bianco e nero esistono solo dentro i pixel della TV e nel pessimismo di chi non crede alle sfumature di questo universo che non si stanca mai di espandersi verso l’infinito. 
I buchi neri sono solo il segno della nostra ignoranza, della verità a colori che non riusciamo a vedere dietro il velo di Maya.

Povero colui che percorre da solo il suo cammino 

monocromatico, senza la curiosità di deviare per nuove isole

e terre dove il sole risorge sempre per illuminare le menti di 

chi viaggia a piedi scalzi senza bussola, ma solo con la 

voglia di andare verso l’inizio di una nuova Era da colorare 

insieme, nonostante il vento in faccia.






venerdì 18 settembre 2015

ASSENZA ASSORDANTE




         


Le parole non dette, fanno male come un abbraccio mancato.
L'assenza di te è un vuoto assordante che rende la mia anima pesante dentro i miei leggeri vestiti estivi.

Guardo l'alba. E' già iniziato un nuovo giorno.
Il mondo sta mutando in una nuova Epoca, troppo velocemente. 
Si innalzano nuovi muri e fili spinati,
proprio come quelli che sono attorno a noi.
Cerco di andare avanti, attraverso un varco tra i roghi, 
ma è inevitabile non farsi male. 

Che ne sarà di noi,
su questa terra che scotta e gronda di sudori,
i mari sommergono i lembi delle spiagge,
le montagne perdono spessore. 
I fiumi si riprendono i propri spazi rubati,
distruggendo tutto ciò che per loro è superfluo.
Le guerre aumentano sempre di più la loro brutalità,
rendendo intere Nazioni un deserto di sangue e detriti.

In tutto questo caos biblico,
rimango qui a guardare le vetrine dei negozi
cercando di dare un senso all'assenza di te e ad un autunno che tarda ad arrivare.









                                                 
                                               

martedì 15 settembre 2015

SENSI INVERSI




SENSI INVERSI




Gli occhi miei conoscono le ombre dei tuoi passi,
già prima del tuo giungere.

Ascolta questa canzone che viene dal mare.
La dedico alla primavera della tua giovinezza, appena iniziata.

Il vento che si alza, fa ballare le foglie a ritmo di blues
e il mio essere sfuggente e curioso al ritmo del jazz.

Mi siedo vicino a te,
appoggio sulla tua spalla il peso della mia malinconia.

Tra i lembi del mio passato odoro il profumo antico dei miei ricordi
che mischiati all'aria salmastra, diventano difficili da lavar via.
Restano lì, 
fermi, sulla mia pelle bianca.
Essi si nascondono dietro ad ogni mia ruga,
prendono forma in un sorriso o in una lacrima
che bagna, senza pudore, i miei occhi.

Mando giù nello stomaco, una per una, ogni mia emozione
e capisco che di esse non sarò mai sazia.



giovedì 30 luglio 2015

La sconosciuta



                       



                                                              Sconosciuta, cammini incerta sulla strada che hai davanti.
Ti guardi, intorno a te ci sono solo colture di riso,
ma sul tuo viso non si dilata nessun sorriso,
ma solo un'emozione opposta alla luce del sole che lo illumina.

I tuoi passi da sconosciuta sono musica per i passanti,
i quali per te sono solo rumore assordante
che strisciano via, con le loro ruote, sopra la tua dignità e sopra il tuo cuore
tradito da passate parole rassicuranti che ti promisero prati verdi ed in fiore,
che alla fine si rivelarono solo cemento e asfalto,
con fermate senza nome e partenze senza destinazione.


Tu sconosciuta, con i tacchi alti e il trucco acceso in viso,
i tuoi capelli profumano d'arancio e sudore di un caldo estivo ancora non finito.
Scendi dall'ennesima macchina della giornata e nel mirare l'infinito blu del mare,
corri via verso la spiaggia.
Verso la libertà.
Alla ricerca di un prato fiorito dove poter contemplare le stelle.

sabato 11 luglio 2015

SETE DI SAPERE




Sotto la luce di un lampione lungo la strada di un quartiere periferico delle Filippine, c'è un bambino che ogni giorno sul banchetto del suo cortile di casa, si disseta del sapere e della voglia di apprendere parola, dopo parola, numero dopo numero. 

Il suo nome è Daniel che con i suoi occhi marroni curiosi scopre ogni giorno angoli di pagine dove sono posti termini nuovi e favole da leggere e rileggere e da  raccontare, il giorno dopo, al suo amico di giochi. 

Daniel nel suo cassetto, accanto al letto, ha un sogno da realizzare: diventare poliziotto. Sa che per poterlo realizzare non può far altro che studiare, colorare, leggere, apprendere, pur di poter indossare un giorno la divisa tanto sperata. 

Non è necessario avere un cassetto colmo di calzini per poter realizzare i propri sogni. I calli e le ferite che si saranno formate a causa del lungo cammino tortuoso, un giorno saranno i nostri tatuaggi da mostrare con orgoglio e con un sorriso potremmo così urlare al mondo: "ce l'ho fatta!". E' questo Daniel lo sa, nonostante la sua giovane età.

Oggi Daniel, grazie alla foto che ha fatto il giro del mondo attraverso i social, dove c'è lui che studia sotto al lampione, ha ricevuto diverse donazioni e una borsa di studio universitaria che gli permetterà di tirar fuori il suo sogno dal cassetto, per poter dar spazio a nuovi vestiti e libri con cui poter sedere dietro ai banchi di scuola insieme agli altri bimbi della sua città. 


Ci vuole tanta testardaggine, determinazione, sacrificio, curiosità e quella sana arsura in bocca che ci costringa a scacciarla via, ogni volta, bevendo un sano bicchiere di sapere, per lavare via l'ignoranza che si deposita in gola e tra i denti e per poter accendere quel piccolo lampione sulle nostre teste che ci permetta di vedere, come un faro, anche al buio, per riuscire ad andare sempre un pò più in là dell'orizzonte appena scoperto, e come Ulisse, poter approdare, ogni giorno, in nuovi porti e nuove isole dell'infinita conoscenza che ci circonda per essere meno schiavi di catene disumane. 

mercoledì 17 giugno 2015

MURO CONTRO MURO





Dallo spazio la Terra non mostra alcun segno di barriera, di confine. 
Siamo noi esseri umani/disumani che abbiamo alzato da sempre muri, fili spinati e reti ad alta tensione elettrica contro il nostro prossimo e le nostre paure. 

L'ipocrisia e l'opportunismo sono intrinseche nell'essere umano, che relega la nascita di Cristo in una capanna. Perché lo considera clandestino, ultimo degli ultimi e poi solo dopo aver capito di essersi sbagliato, lo esalta con incenso e mirra per ottenere il perdono e l'ingresso nel Regno dei Cieli. 
                   
                     Muro contro muro. 
                  Tenacia contro arroganza.
                                 Pietà contro compassione.                                       Libertà contro oppressione. 
                Saggezza contro ignoranza.
               Opportunità contro opportunismo.



Negli anni molti Cristi sono morti e risorti in diversi volti ed abiti. 
C'è chi è morto affogando nel Mar Mediterraneo e, tre giorni dopo, è risorto dal ventre di una madre Eritrea su una nave della Marina Militare italiana. 
Chi, invece, per la disperazione si è nascosto nel fondo di un trolley, per poter riemergere in un Paese migliore.

Speranza contro disperazione.       
Resistenza contro decadenza. 
Sorriso contro muso.
Uomo contro uomo. 
Muro contro muro. 


sabato 13 giugno 2015

La mia Unical



                          La mia Unical




Ottobre 2007, con entusiasmo e spirito da supereroe saltello verso la 29B, dove a breve dovrò seguire la II lezione di Diritto Privato. 
Entro e mi siedo vicino alle mie due future amiche di chiacchiere e ciotie varie, Fabiana e Gaelle. 
In realtà all'inizio c'erano anche Francesca, Federica e Silvia ma si persero nel mezzo del cammin di nostra vita.

Ad un certo punto mi giro e vedo un tizio dalla chioma alla Caparezza, che stava canticchiando Battiato sul suo adorato destriero Ronzinante, il suo nome è Donato, conosciuto tra i più intimi anche con il nome di Donny Baz. 

Intanto venni attratta dalla saggia voce di un noto e futuro candidato a Sindaco della estrema sinistra di Cosenza, un certo Matteo. 

Mentre attendevamo il Prof., vedo salire dalle scale con il suo passo lento e lo zaino alternativo un'essere politicante con la testa tra le nuvole, di cui ovviamente me ne innamorai. (Qui Sigmund Freud avrebbe pane per i suoi denti su cui poter scrivere). 

Conobbi successivamente a Chiara, Maria Luisa, Demetrio, Vinz&Vin, Pietro, Lorena, Parfait, Bibo e tanti altri pezzi di cuore che a loro modo hanno reso unica la mia Unical. 


Quanti volti erano ancora per me sconosciuti in quell'aula enorme e quanti a breve sarebbero diventati solo un nostalgico ricordo. 



A pensarci ora, a quel giorno così lontano nel tempo, mi viene da pensare a quante cavolate si son fatte e dette. 
Ai momenti seri e a quelli presi con filosofia. Tra un litigio e una risata. Tra un momento di studio collettivo tra le scrivanie della Biblioteca Tarantelli e un momento di cazzeggio tra un Cubo ed un altro. Tra una pizzetta al Forno Cannataro e le serate in cui non si pensava molto al domani, al giorno in cui mi sarei trovata a mandare CV su CV, ma a cosa portare il giorno dopo con sé nella valigia dei ricordi. 
Vedere se accanto ai sei mesi passati in Erasmus a Malta, ci potesse stare anche un viaggio studio di tre giorni a Bruxelles alla ricerca delle tanto studiate Istituzioni EU. Trovare il modo di incastrare tra un maglione di sociologia amministrativa e un pantalone di diritto sanitario, le giacche ben stirate da indossare durante lo stage presso l'INPS di Cosenza. 
Trovare il tempo, tra la scrittura di un capitolo e la rilettura delle conclusioni della tanto attesa tesi della Magistrale, di ri-innamorarmi e nel dedicarmi al volontariato e perché no conoscere chi non avevo mai incontrato prima tra una fila alla Mensa di Ingegneria e un'Immensamente Fiera tra i punti della Mensa di Economia. 


Mentre cammino sul ponte verso le pensiline, scorgo gli occhi color del cielo di un mio ex compagno delle scuole. 
Lui si chiama Mario che, nonostante non riesca più a comunicare con la propria voce e a non poter correre, lui come me prova a dare forma ai sogni. 
Sa che il sapere è l'unica arma per non rimanere sconfitti. Sono le persone speciali come lui, che mi hanno fatto sempre andare avanti. A percorrere, fino a perdi fiato, ogni giorno i km di quel ponte. A voler combattere per cercare di cambiare questo mondo. 




La mia Unical è piena di emozioni e di incontri. E' un libro posto tra la tesi della triennale e quella della magistrale che un giorno prenderò di nuovo dallo scaffale dei ricordi per leggerlo ai miei figli.

La cesta dei sogni. (breve racconto)


                           




Una mattina di mezza estate, mi svegliai ma non fu facile riuscire ad accettare che da lì poco non ce l'avrei fatta a raggiungere la mia cesta di vimini posta nella veranda della cucina.
Questa cesta raccoglieva, nel suo abbraccio, tutti i miei giochi a cui ogni giorno, per ore ed ore, prestavo la mia voce e la mia fantasia per animarli. 

A causa di una nube che avvolse all'improvviso la mia vita, quella mattina fui costretta a scappare via dal mio mondo, per andare alla ricerca della felicità e della serenità perduta.  
Per fortuna, prima di partire, afferrai velocemente la mia cesta  di vimini.

Passarono giorni, mesi, tra le mura di un mondo oscuro ma allo stesso tempo, paradossalmente, troppo bianco ed opaco, rispetto alle mura di casa mia.

Nonostante ciò, ad ogni prova ed ostacolo da superare, sapevo di non esser sola.
A darmi forza c'erano i personaggi della mia fantasia, che dietro lo scudo di vimini, mi proteggevano durante le mie battaglie. 

Si sa, solo unendo le forze si può generare quell'energia necessaria per riuscire a sconfiggere il male.

Un giorno vidi scendere dal cielo una leggera pioggia settembrina, che ignara, rinfrescava il mio volto sorridente, pronto con lo zaino in spalla per iniziare il primo giorno di scuola. 

Prima di uscire, mentre stavo bevendo un bicchiere di latte con mia madre, lentamente, mi affacciai sulla veranda per dare il buongiorno al nuovo e timido personaggio, pronto ad uscire dalla mia cesta magica per dar vita ad un nuovo racconto, ad un nuovo finale tutto da ascoltare.



sabato 23 maggio 2015

Un giorno di quasi estate

                              

                             Un giorno di quasi estate      
                                                              

"Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così.
Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare” (Giovanni Falcone)











23 anni, per qualcuno sono pochi per altri una vita.
Per quanto sia relativo il tempo, ancora non hanno inventato medicine che curino dall'assoluta ignoranza e dalla cattiveria umana.


Com'è possibile che, in un giorno di quasi estate, qualcuno abbia potuto portarci via, premendo un fottuto bottone, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

L'Italia avrebbe potuto finalmente liberarsi dal suo male peggiore, ma ha preferito tenerselo e far saltare in aria la parte migliore di sé. 


Molti interrogativi rimangono, accanto alla rabbia e alla voglia di andare avanti per far emergere la parte migliore dell'Italia e dare giustizia alle tante vittime di mafia.


Ogni volta che si uccide un'anima giusta ed onesta, ne nascono altre 100 pronte a combattere, con libri e penne, contro il vuoto morale ed etico. 

Il 23 Maggio è diventata la Giornata Nazionale della legalità. Per non dimenticare. Per ricordarci che la mafia si può sconfiggere.

Quante battaglie perse ci saranno per arrivare alla vittoria di questa guerra continua tra il lato oscuro e il lato colorato del nostro Paese. Quanta è lunga la strada per riuscire a vedere l'alba di una nuova Era?

Guardando negli occhi di Giovanni Falcone sono fiduciosa che un giorno riusciremo a porre fine a tutto questo schifo, fatto di corruzione, malaffare e vite spezzate per fini puramente vigliacchi.







giovedì 16 aprile 2015

ALLA SCOPERTA DEL CENTRO STORICO DI RENDE. INVASIONI DIGITALI.



               


Il 24 Aprile 2015 dalle 16.00 si terranno anche nel Centro storico di Rende le Invasioni Digitali.

A circa 500 metri sopra il livello del mare sorge e s’impone con grazia e maestosità uno dei centri storici più belli della Calabria:  Rende, antica Arintha, è un crogiolo d’arte, cultura e religione e il tutto prende vita e si concretizza visivamente nelle opere d’arte custodite nel Museo Civico, nell’ imponente Castello Normanno Svevo e nella bellezza architettonica degli edifici sacri.
Gli studenti del campus di Arcavacata, che vorranno partecipare all'Evento, potranno usufruire del servizio navetta che alle h:15.30 partirà dalle pensiline dell’ateneo. 
Le Invasioni Digitali a Rende Centro Storico sarà un momento anche di scambio culturale, grazie alla presenza di un folto gruppo di studenti Erasmus/Internazionali.
Cari futuri Invasori siete invitati a partecipare all'itinerario gratuito delleInvasioni Digitali.
http://www.invasionidigitali.it/it/invasionedigitale/alla-scoperta-del-centro-storico-di-rende#.VSl8Z_msW1Y 
Portate con voi la macchina fotografica/smartphone e la curiosità di vedere le bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche del Centro Storico di Rende.
Vi condurremo, tra le viuzze e i vicoletti suggestivi e caratteristici del borgo antico. 
L’itinerario che vi proponiamo vi condurrà alla scoperta di questi tesori e vi permetterà di passeggiare tra le viuzze e i vicoletti suggestivi e caratteristici del borgo antico.
Il ritrovo sarà in Piazza Costantinopoli alle h:16.00.
Visiteremo il Santuario della Madonna di Costantinopoli. 
Proseguiremo sino al  Museo Civico. 
Poi raggiungeremo la Chiesa di Santa Maria Maggiore.
Continueremo il nostro viaggio salendo verso la piazza principale del paese, Piazza degli Eroi, ove ammireremo la Chiesa del Rosario.
Termineremo il percorso con la visita allo splendido Castello Normanno Svevo, ex sede del palazzo municipale che oggi ospita una mostra di arte contemporanea. 
L' Hashtag dell' invasione sarà: #InvadiRendeCentroStorico e #invasionidigitali
N.B.
Anche se non potrai esserci di persona, durante l'Invasione seguici e ammira le bellezze di Rende con noi dai Social Media: Facebook. Twitter. Instagram :) 

Organizzatori:
Dott.ssa Alessia Santopaolo. Dott.ssa Angela Zanfino. Dott.ssa Hilde Gallo. 
Con il Patrocinio del Comune di Rende. Assessore alla Cultura Vittorio Toscano. Assessora al Centro Storico Marina Pasqua.
Ecco alcune regole da seguire per essere un'invasore perfetto!





giovedì 26 marzo 2015

dubbio



                                      DUBBIO 


                                                 
La vita è fatta per essere sperimentata. 
Per svelare che cosa c'è al di là delle Colonne d'Ercole.
La curiosità è quella che ci conduce a squarciare il velo di Maya, per vedere finalmente i colori vivaci e non più opachi del mondo insieme alle sue sfumature.

Il dubbio in sé non è un male, ma è ciò che ci spinge a scoprire, a navigare, a cercare, a studiare, a guardare, per trovare, nell'eterno moto del sapere, la chiave giusta della verità, circondata da tante ipotesi danzanti. 

Siamo esseri pensanti che danno per caso nomi alle cose, agli animali, alle piante per renderceli un pò più umani. 
Nel dubbio, per non sbagliarci, cerchiamo di renderci la vita sempre più facile da interpretare con simboli, segni, immagini, frasi, parole. 

Non è sempre possibile ottenere la risposta e la verità per ogni nostra incertezza, perplessità. 

Il dubbio fa parte di noi, è intriso nella nostra anima e fino alla fine ci porterà a spingerci sempre un pò più là del nostro naso, per avere finalmente l'illusione di riuscire a trovare la formula perfetta della felicità andando a toccare semplicemente il cielo con un dito. 

Nel credere che, forse, non sarà così semplice trovare la via della serenità, tra un rigo ed un altro del mio scrivere, pretendo nel ritornare sull'isola che non c'è, dove nel pozzo dei sogni perduti si possa finalmente specchiare il volto del dubbio che non è altro il riflesso della certezza mancante. 

Dubito quindi sono.




venerdì 13 marzo 2015

Van Gogh. L' arte della terra




Piantatori di patate 1884 Van Gogh
       

Ogni volta che penso alla terra, mi vengono in mente i racconti legati ai miei nonni che ogni giorno andavano a lavorare e a dar vita al corpo apparentemente fermo della campagna.

L'Expo si avvicina sempre di più, tra ritardi, critiche, scandali e cantieri ancora non terminati. Il tema dell'esposizione mondiale è: l'alimentazione. 

Mentre cammino in Piazza Duomo, ad un certo punto alzo gli occhi verso Palazzo Reale e noto che fino al 15 Marzo 2015 è stata prorogata la mostra aperta al pubblico del caro e tanto amato Van Gogh l'uomo e la terra.   

Una volta indossate le cuffiette per iniziare il viaggio interspaziale alla conoscenza dello spirito artistico e umano del pittore olandese, noto come, con maestria e passione, Van Gogh dedica molte delle sue opere alle mani sagge e piene di piaghe dei contadini della sua Era. 
Con delicatezza dei dettagli, ci mostra i volti sofferenti e la ripetizione del lavoro nei campi che tra freddo, vento, sole e neve non conosce pause. 
Ecco che mi imbatto nel seminatore, nei piantatori di patate, negli  occhi dei contadini che seduti intorno al tavolo di una cucina spoglia, mangiano il raccolto delle loro fatiche. 
Estasiata da quel racconto straordinario, mi trovo catapultata  tra i colori marroni e scuri della campagna olandese e le sfumature viola, blu e gialle  della campagna della Provenza, passando anche  per i verdi sottoboschi di una Montmartre dell'800'. 
Lo spirito impressionista di Van Gogh, con timidezza e un pizzico di follia, mi porta per mano tra i prati fioriti e la natura morta della sua anima.
L'oggetto principale che racchiude la linfa essenziale dell'arte di Van Gogh è il suo amore e timore per la vita. Una vita tormentata sino alla fine, dove cerca di dare forma su tela alle sue emozioni attraverso i paesaggi e  i personaggi che possiamo ancora oggi trovare tra le campagne e le strade dei nostri Paesi. 

L'arte della terra è un lavoro che bisogna saper gestire con cura, sapienza e pazienza. Noi siamo quello che mangiamo ma spesso non tutti sono liberi di scegliere cosa avere sulla propria tavola. Spesso ignoriamo come vengono trattati i campi e se dietro ad un raccolto ci sia sempre una paga degna del lavoro svolto.

Oggi giorno ci sono ancora troppe disparità alimentari tra chi è troppo ricco e chi è troppo povero. 
Ci sono ancora molte bocche da sfamare e troppe braccia senza un lavoro. 

Sarebbe bello  un giorno ridare vita a quelle campagne abbandonate, perché ritenute poco efficienti dalle grandi distribuzioni e dai potenti della globalizzazione.  
Fermare la desertificazione delle terre, sarebbe un atto rivoluzionario che andrebbe a porre finalmente  un equilibrio sociale tra chi ha tanto e chi ha niente nella credenza della propria cucina. 


















sabato 21 febbraio 2015

FAKE WORK


                      
                                              FAKE WORK






Diciamoci la verità, una volta per tutte, i Centri per l'Impiego sono diventati degli spazi inutili, dei veri e propri stipendifici, dove andare a chiedere informazioni su eventuali offerte di lavoro e come chiedere l'assurdo. 
Quello che si limiteranno a dirti è: "dai uno sguardo sulla bacheca, lì vedi, vicino alla macchinetta del caffè".
Dopo aver dato uno sguardo alla caotica bacheca del CPI, dove gli annunci sono stati presi da ulteriori motori di ricerca di internet. Non resta che affidarsi al FAI DA TE. 
Nel mettersi davanti ad uno schermo di un pc e sfogliare uno per uno i vari annunci di lavoro che compaiono, una volta aver digitato la classica e famosa frase a tutti i disoccupati d'Italia: 
OFFERTE DI LAVORO.

Spesso, anzi troppo spesso, è facile cadere tra le parole ben scritte di annunci di lavoro fasulli, dove pseudo aziende ed agenzie del lavoro offrono posizioni retribuite serie e attinenti al tuo profilo.
Passano giorni e settimane e finalmente ricevi la tanto attesa telefonata: 
"Salve, lei si è candidata per tale posizione, se vuole domani potrà fare il colloquio con la nostra azienda". Pensi, EVVAI, mentre scrivi orario e luogo del colloquio, non puoi che essere felice e dire finalmente il peggio sta passando, stampi il CV e cerchi nell'armadio il vestito giusto per il momento tanto atteso. 
Giunge il giorno del colloquio, citofoni al nome che ti hanno detto al telefono: "citofoni MR, AR, sfbsjbkvb, ecc" e mentre segni l'acronimo e il nome assurdo e vedi che nemmeno Google lo conosce, incominci ad avere dei sospetti, ma dopo un pò dici, va bé avrò capito male dalla fretta.

Ed eccoti lì e mentre pensi alle cose essenziali che dovrai dire per far colpo sul selezionatore. Come ti apre la porta e ti fa accomodare sulla sedia per iniziare il tanto atteso dialogo, ad un certo punto intuisci che per l'ennesima volta sei caduta in una bella supercazzola all'italiana. 

In realtà non sono affatto alla ricerca di una segretaria/amministratore. Non gli importa un fico secco della tua formazione e del tuo CV, che intanto non gli da nemmeno uno sguardo, (quindi ennesimo spreco di inchiostro e carta). 
La classica domanda che tale soggetto  ti pone è: "saresti disposta a fare vendite PORTA A PORTA? Naturalmente solo in un secondo momento parleremo dell'argomento retribuzione."

In un colpo il tuo stato emotivo cambia. Vorresti prenderlo per la cravatta e dirgliene quattro con gentilezza ma non ti resta che dire "no, grazie non credo di essere adatta per questo lavoro" alzarti e andare via con la certezza che purtroppo non è tutto oro ciò che luccica e nemmeno tutte le persone sono oneste per ciò che appaiono.

Morale della favola:
prima di rispondere agli annunci di lavoro depositati sulla rete digitale e prima di inoltrare nell'etere i propri dati sensibili racchiusi nel CV, è meglio informarsi e capire chi c'è dietro a quelle belle parole, essere certi e sicuri che la prossima volta a chiamare per fissare un colloquio non sarà l'ennesimo truffatore.