mercoledì 17 giugno 2015

MURO CONTRO MURO





Dallo spazio la Terra non mostra alcun segno di barriera, di confine. 
Siamo noi esseri umani/disumani che abbiamo alzato da sempre muri, fili spinati e reti ad alta tensione elettrica contro il nostro prossimo e le nostre paure. 

L'ipocrisia e l'opportunismo sono intrinseche nell'essere umano, che relega la nascita di Cristo in una capanna. Perché lo considera clandestino, ultimo degli ultimi e poi solo dopo aver capito di essersi sbagliato, lo esalta con incenso e mirra per ottenere il perdono e l'ingresso nel Regno dei Cieli. 
                   
                     Muro contro muro. 
                  Tenacia contro arroganza.
                                 Pietà contro compassione.                                       Libertà contro oppressione. 
                Saggezza contro ignoranza.
               Opportunità contro opportunismo.



Negli anni molti Cristi sono morti e risorti in diversi volti ed abiti. 
C'è chi è morto affogando nel Mar Mediterraneo e, tre giorni dopo, è risorto dal ventre di una madre Eritrea su una nave della Marina Militare italiana. 
Chi, invece, per la disperazione si è nascosto nel fondo di un trolley, per poter riemergere in un Paese migliore.

Speranza contro disperazione.       
Resistenza contro decadenza. 
Sorriso contro muso.
Uomo contro uomo. 
Muro contro muro. 


sabato 13 giugno 2015

La mia Unical



                          La mia Unical




Ottobre 2007, con entusiasmo e spirito da supereroe saltello verso la 29B, dove a breve dovrò seguire la II lezione di Diritto Privato. 
Entro e mi siedo vicino alle mie due future amiche di chiacchiere e ciotie varie, Fabiana e Gaelle. 
In realtà all'inizio c'erano anche Francesca, Federica e Silvia ma si persero nel mezzo del cammin di nostra vita.

Ad un certo punto mi giro e vedo un tizio dalla chioma alla Caparezza, che stava canticchiando Battiato sul suo adorato destriero Ronzinante, il suo nome è Donato, conosciuto tra i più intimi anche con il nome di Donny Baz. 

Intanto venni attratta dalla saggia voce di un noto e futuro candidato a Sindaco della estrema sinistra di Cosenza, un certo Matteo. 

Mentre attendevamo il Prof., vedo salire dalle scale con il suo passo lento e lo zaino alternativo un'essere politicante con la testa tra le nuvole, di cui ovviamente me ne innamorai. (Qui Sigmund Freud avrebbe pane per i suoi denti su cui poter scrivere). 

Conobbi successivamente a Chiara, Maria Luisa, Demetrio, Vinz&Vin, Pietro, Lorena, Parfait, Bibo e tanti altri pezzi di cuore che a loro modo hanno reso unica la mia Unical. 


Quanti volti erano ancora per me sconosciuti in quell'aula enorme e quanti a breve sarebbero diventati solo un nostalgico ricordo. 



A pensarci ora, a quel giorno così lontano nel tempo, mi viene da pensare a quante cavolate si son fatte e dette. 
Ai momenti seri e a quelli presi con filosofia. Tra un litigio e una risata. Tra un momento di studio collettivo tra le scrivanie della Biblioteca Tarantelli e un momento di cazzeggio tra un Cubo ed un altro. Tra una pizzetta al Forno Cannataro e le serate in cui non si pensava molto al domani, al giorno in cui mi sarei trovata a mandare CV su CV, ma a cosa portare il giorno dopo con sé nella valigia dei ricordi. 
Vedere se accanto ai sei mesi passati in Erasmus a Malta, ci potesse stare anche un viaggio studio di tre giorni a Bruxelles alla ricerca delle tanto studiate Istituzioni EU. Trovare il modo di incastrare tra un maglione di sociologia amministrativa e un pantalone di diritto sanitario, le giacche ben stirate da indossare durante lo stage presso l'INPS di Cosenza. 
Trovare il tempo, tra la scrittura di un capitolo e la rilettura delle conclusioni della tanto attesa tesi della Magistrale, di ri-innamorarmi e nel dedicarmi al volontariato e perché no conoscere chi non avevo mai incontrato prima tra una fila alla Mensa di Ingegneria e un'Immensamente Fiera tra i punti della Mensa di Economia. 


Mentre cammino sul ponte verso le pensiline, scorgo gli occhi color del cielo di un mio ex compagno delle scuole. 
Lui si chiama Mario che, nonostante non riesca più a comunicare con la propria voce e a non poter correre, lui come me prova a dare forma ai sogni. 
Sa che il sapere è l'unica arma per non rimanere sconfitti. Sono le persone speciali come lui, che mi hanno fatto sempre andare avanti. A percorrere, fino a perdi fiato, ogni giorno i km di quel ponte. A voler combattere per cercare di cambiare questo mondo. 




La mia Unical è piena di emozioni e di incontri. E' un libro posto tra la tesi della triennale e quella della magistrale che un giorno prenderò di nuovo dallo scaffale dei ricordi per leggerlo ai miei figli.

La cesta dei sogni. (breve racconto)


                           




Una mattina di mezza estate, mi svegliai ma non fu facile riuscire ad accettare che da lì poco non ce l'avrei fatta a raggiungere la mia cesta di vimini posta nella veranda della cucina.
Questa cesta raccoglieva, nel suo abbraccio, tutti i miei giochi a cui ogni giorno, per ore ed ore, prestavo la mia voce e la mia fantasia per animarli. 

A causa di una nube che avvolse all'improvviso la mia vita, quella mattina fui costretta a scappare via dal mio mondo, per andare alla ricerca della felicità e della serenità perduta.  
Per fortuna, prima di partire, afferrai velocemente la mia cesta  di vimini.

Passarono giorni, mesi, tra le mura di un mondo oscuro ma allo stesso tempo, paradossalmente, troppo bianco ed opaco, rispetto alle mura di casa mia.

Nonostante ciò, ad ogni prova ed ostacolo da superare, sapevo di non esser sola.
A darmi forza c'erano i personaggi della mia fantasia, che dietro lo scudo di vimini, mi proteggevano durante le mie battaglie. 

Si sa, solo unendo le forze si può generare quell'energia necessaria per riuscire a sconfiggere il male.

Un giorno vidi scendere dal cielo una leggera pioggia settembrina, che ignara, rinfrescava il mio volto sorridente, pronto con lo zaino in spalla per iniziare il primo giorno di scuola. 

Prima di uscire, mentre stavo bevendo un bicchiere di latte con mia madre, lentamente, mi affacciai sulla veranda per dare il buongiorno al nuovo e timido personaggio, pronto ad uscire dalla mia cesta magica per dar vita ad un nuovo racconto, ad un nuovo finale tutto da ascoltare.