lunedì 23 settembre 2013

Il Silenzio

fonte: http://www.oddmag.it/2016/06/08/il-silenzio/


Quando intorno a te c’è confusione
quando le tue orecchie
sentono rumori, parole, discorsi inutili
che ti offuscano la mente.

Quando tutto quello che ti circonda
è difficile da comprendere, d’amare, d’ascoltare.

Quando senti le onde del mare nella tua mente
sbattere fra i tuoi problemi, le tue angosce
che ti straziano l’anima.

Allora chiudi gli occhi,
tappati le orecchie e incomincia a volare lontano,
dove si perde ogni suono,
ogni volto.

Dove gli uomini ballano al ritmo del cuore.
Così nel riaprire gli occhi
non rischierai di cadere nell'abisso dell’ignoto

e del Silenzio. 

ASTRO UNICO



                    
 L’amore sta negli occhi di chi ci sta accanto
anche quando è lontano.
Nel contemplare la nostra metà ogni giorno rinnoviamo,
in piccoli e grandi gesti, l’eterna felicità
cercando così di andare oltre le banalità dell’ingenua stupidità. 
La luce dei due sguardi innamorati si riflette in un unico astro 
che al ritmo della vita passata e futura, illumina il cielo infinito.
Esso un giorno si porrà sulle teste di alcuni curiosi
che osservandolo, attraverso le lenti spesse di un cannocchiale,
si chiederanno a quali anime gemelle sarà mai appartenuta tanta beltà che brillerà per sempre nella galassia della semplicità.



giovedì 12 settembre 2013

LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE NEL DIRITTO.

                     "Ipowernews" di Alessia Santopaolo

      "Ipowernews in bianco e nero" di Alessia Santopaolo  


              

Se poniamo in un angolo buio e senza luce l’uomo e lo imbavagliamo, lo incateniamo e gli facciamo indossare degli auricolari dove può solo ascoltare un’unica canzone e lo imbavagliamo costringendolo a stare per anni in quello stato, anche se all’inizio troverà piacevole quella sinfonia musicale nelle orecchie, dopo un po’ non farà altro che trovare nausea e non piacevole quello stato di schiavitù, dove non ha la possibilità di parlare, ascoltare qualcosa di diverso da quello che passa negli auricolari e vedere la realtà come veramente è mutata e cambiata, rispetto all’ultima volta che l’ha vista a colori, senza alcun ostacolo, senza avere il bisogno di nessun capo o padrone che gli racconti a suo piacimento e secondo le sue opinioni “la verità” e i fatti del mondo che lo circondano.
L’uomo per divenire veramente un essere umano libero e no un animale senza ragione, deve cercare di liberarsi delle catene, delle censure e del bavaglio che i potenti della terra gli impongono, non solo per una sicurezza dell’ordine pubblico o per il rispetto della morale e dell’etica come vorrebbero fargli credere, ma soprattutto per farlo diventare un burattino privo di capacità motorie e mentali nel poter trasmettere le sue idee, opinioni, pensieri diversi dal normale. Come direbbe Martin Luther King “Le nostre vite finiscono quando taciamo di fronte alle cose davvero importanti”.
Non comunicare e informare ciò che potrebbe essere utile per l’interesse collettivo o anche solo per noi stessi come, ad esempio, denunciare gli atti illeciti ed illegali della classe politica del nostro o di un altro paese, o condannare attraverso i diversi mezzi di comunicazione i comportamenti e i mali perpetrati dalle varie mafie, si potrebbe considerare questo stato di silenzio e d’ indifferenza come un vero e proprio reato da perseguire per legge non solo a livello nazionale ma anche europeo e internazionale.
Dalla Tutela internazionale, comunitaria e nazionale della libertà di espressione, come diritto – dovere umano, dipende la libertà intera e complessa dell’uomo, che deve essere libero di esprimere le sue opinioni e le sue verità anche se non sono assolute, ma proprio per questa sua imperfezione, l’uomo deve avere la possibilità e quasi l’obbligo, in un contesto pacifico e democratico, di confrontarsi con le idee e le verità relative degli altri, senza, naturalmente, l’imposizione di cambiare a forza la sua idea solo perché sarà una minoranza o l’unico che la pensa in un modo su un determinato aspetto della vita.
L’essere umano non deve essere perseguito da nessun Stato o legge scritta e orale, torturato e ucciso solo perché ha avuto il coraggio e la voglia di rivelare il suo pensiero e porsi in una condizione di essere criticato. La censura purtroppo non è un male solo del nostro secolo, ma in passato anche chi era al vertice di poteri temporali e spirituali, se n’è avvalsa portando il suo popolo ad un’ ignoranza forzata, all’indottrinamento e alla schiavitù del pensiero.
Oggi giorno persone come Giordano Bruno o Galileo Galilei ancora esistono, perseguitate, torturate, costrette al silenzio o a cambiare teoria per non venire “arso vivo” in sentenze e condanne, scritte da giudici corrotti o costretti ad applicare leggi volute da chissà quale regime dittatoriale o pseudo democratico dove i diritti fondamentali non trovano alcuna garanzia ed applicazione concreta.
Come il potere politico non potrà mai fare a meno della libertà di espressione per comunicare con il popolo che, a sua volta, deve e ha il diritto di esercitare questa libertà che non solo le Costituzioni democratiche gli garantiscono, ma anche le Dichiarazioni e Convenzioni internazionali ed europee. Purtroppo queste norme a favore dei diritti umani non sempre vengono rispettate e messe in atto per tutti allo stesso modo.
Visto che tutti gli esseri umani sono dotati della capacità di poter pensare ed esprimere attraverso vari mezzi e strumenti quello che hanno da comunicare,insegnare... credo che in ogni angolo del mondo anche se siamo stranieri o apolidi privi dello status di cittadinanza dello Stato in cui ci troviamo, dovremmo avvalerci dello status di cittadino del mondo che ci darebbe una tutela maggiore per far sì che nessuna autorità di nessun colore politico o militare ci tolga brutalmente la parola mentre stiamo esprimendo agli altri il nostro pensiero, mettendoci isolati e per anni in un angolo buio con mani legate, bocca imbavagliata ed orecchie stonate da una sola musica calpestando senza pudore la nostra dignità di esseri umani.

LA FUGA DEL MARE

"La fuga del mare" di Alessia Santopaolo

                                       


Quando sto seduto sulla spiaggia della mia vita sento il calore della sabbia che con garbo mi riscalda l’anima come una grandissima coperta. Lungo il bagnasciuga c’è gente che va da destra verso sinistra e da sinistra verso destra. Persone di ogni età: donne, uomini, bambini ed anziani. Corrono, hanno fretta. C’è chi è vestito da signore con giacca, cravatta, capello e fiore all’occhiello; c’è chi indossa pellicce e diamanti dove potersi specchiare. Quanto corre questa gente sembra che non abbia pace non ha tempo nemmeno per degnarmi di uno sguardo e di certo non passo inosservato.
-:“ Sono qui, ehi voi ma perché andate di fretta? Perché non vi fermate a brindare con me alla vita?”.
Ora che guardo bene accanto a me c’è un bambino che gioca spensierato come se per lui il tempo fosse una macchina senza freni, piena di divertimenti come una giostra. Dall’altro lato della spiaggia vedo persone con ombrelloni e borse da pic-nic prendere la tintarella sotto i raggi calienti del sole. Ridono, parlano, giocano a carte e qualche volta si divertono a spruzzarsi con la mia acqua salata a tuffarsi nelle mie onde che nascono e muoiono in un movimento ripetitivo. Queste persone mi vogliono un bene immenso, godono di una ricchezza unica difficile da contare e pesare, un tesoro simile ai granelli della mia sabbia che si trova nel forziere dell’anima. Il mio spirito è racchiuso nella fauna e nella flora dei miei fondali, sotto il mio mantello vasto quanto il cielo, il mio cuore batte al ritmo del canto delle sirene. Dentro di me ci sono tante vite di diverse forme, grandezze , coralli di ogni colore che fanno da contrasto. Da fuori sembro vuoto, ma se guardate bene fra un’increspatura ed un’altra vedrete esseri che mangiano, dormono, nuotano, vivono e muoiono: merluzzi, pesce cane, pesce spada, granchi, balene, delfini e grandi predatori come squali ed orche. Quest’ultimi possono sembrarvi degli animali feroci ma per la mia esistenza sono fondamentali, le mie acque non potrebbero vivere senza. Mi aiutano a mantenere in equilibrio l’ecosistema naturale e la biodiversità racchiusa in me.
Sapete mi sono posto sempre una domanda:” Come sarà il mare dalla spiaggia, dai treni, dalle vostre case...”. Per un giorno vorrei prendermi una vacanza, uscire da questo immenso guscio e godermi su uno scoglio la brezza, il profumo e il calore di quell’attimo, chiudere gli occhi e sognare mentre il sole cala sul mio corpo senz’anima. Ma non so se nel riaprire gli occhi vedrò ancora gente ridere o solo pianti nel vedermi spento, stanco. Meglio stare dove sono nel profondo dei fondali. Certo sarebbe curioso poter vedere disteso sul bagnasciuga le stelle nel firmamento che illuminano il mio mantello blu scuro. Vedere da un’altra prospettiva l’ombra della luna ballare il valzer con una nuvola come Ginger e Fred mentre tutti dormono ignari di quello spettacolo.
Ciò che urlerei ai passanti dalla mia riva se mai potessi farlo sarebbe questo:” Com’è possibile che su tanti esseri, quelli che inquinano, umiliano le mie acque di ogni schifezza siete solo voi? Ogni volta piango nel veder morire soffocati di catrame i miei cari amati fratelli pesci e uccelli. Quanto male producete ogni anno con le vostre mani e avete poi il coraggio di chiamare assassini le mie orche e i miei squali. Vi spaventate di una medusa e piangete se vi va un po’ di acqua negli occhi nel stare a galla…allora io cosa dovrei fare nel dover ogni volta convivere con fusti e navi piene di veleni che ogni secondo uccidono una parte di me in silenzio come un cancro. Abusate dei miei spazi con cemento e mattoni. Vi ritenete padroni di tutto e di tutti come se la vostra natura fosse quella perfetta ed intoccabile. Siete la specie più disumana che le mie acque abbiano mai conosciuto dalla notte dei tempi, vi ritenete i paladini dell’amore, della giustizia, della pace ma poi siete perfette macchine da distruzione. Nella mia pancia custodisco relitti di ogni epoca ma soprattutto racchiudo in me le anime dei vostri fratelli che avete respinto in una notte di mareggiata e non li avete soccorsi mentre affondavano insieme alle loro speranze.” 



Si narra che una notte su uno scoglio un uomo con barba lunga e 
 capelli al vento fissava lo sguardo verso il firmamento. 
 Ad un tratto si tuffò in mare lasciando sullo scoglio la sua impronta con un’onda e mai più si vide all’orizzonte. 

La leggenda di un pescatore  narra che dopo quella notte, da quello 

scoglio, mai più vide l’ombra del mare.