Scoppia una bomba, ecco
adesso un’altra ancora
ma non era proprio così
la ninna nanna che mia nonna mi cantava quando ero piccolo
questa non è musica…è
solo rumore che rompe le viscere della terra e il mio cuore appena nato.
1, 2, 3…sulla mia testa
c’è il numero 43. Vorrei alzarmi, correre verso l’arcobaleno ma non posso
Sto fermo, immobile…un,
due, tre…stella, ma non riesco a fare un passo avanti e nemmeno uno indietro,
posso solo guardare in alto il soffitto di questa stanza immensa del deserto.
Pian piano i miei occhi
si poggiano sul viso del mio amico di scuola, della mia mamma e mi chiedo
quando arriverà il suono della campanella di scuola per poter riavere i miei
giochi e poter correre verso casa con il mio zaino colorato sulle spalle.
Le lacrime bagnano le guance del mio passato mai vissuto
ma temuto e curiose di un futuro sconosciuto. Ora mi giro intorno non vedo più
la mamma. Sui i miei occhi c’è un telo bianco e ricordo che non era proprio
così il colore del cielo.