martedì 27 agosto 2013

RIDATE I GIOCHI AI BAMBINI SIRIANI


                                                  





Scoppia una bomba, ecco adesso un’altra ancora
ma non era proprio così la ninna nanna che mia nonna mi cantava quando ero piccolo
questa non è musica…è solo rumore che rompe le viscere della terra e il mio cuore appena nato.
1, 2, 3…sulla mia testa c’è il numero 43. Vorrei alzarmi, correre verso l’arcobaleno ma non posso
Sto fermo, immobile…un, due, tre…stella, ma non riesco a fare un passo avanti e nemmeno uno indietro, posso solo guardare in alto il soffitto di questa stanza immensa del deserto.
Pian piano i miei occhi si poggiano sul viso del mio amico di scuola, della mia mamma e mi chiedo quando arriverà il suono della campanella di scuola per poter riavere i miei giochi e poter correre verso casa con il mio zaino colorato sulle spalle.
Le lacrime  bagnano le guance del mio passato mai vissuto ma temuto e curiose di un futuro sconosciuto. Ora mi giro intorno non vedo più la mamma. Sui i miei occhi c’è un telo bianco e ricordo che non era proprio così il colore del cielo.