giovedì 12 settembre 2013

LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE NEL DIRITTO.

                     "Ipowernews" di Alessia Santopaolo

      "Ipowernews in bianco e nero" di Alessia Santopaolo  


              

Se poniamo in un angolo buio e senza luce l’uomo e lo imbavagliamo, lo incateniamo e gli facciamo indossare degli auricolari dove può solo ascoltare un’unica canzone e lo imbavagliamo costringendolo a stare per anni in quello stato, anche se all’inizio troverà piacevole quella sinfonia musicale nelle orecchie, dopo un po’ non farà altro che trovare nausea e non piacevole quello stato di schiavitù, dove non ha la possibilità di parlare, ascoltare qualcosa di diverso da quello che passa negli auricolari e vedere la realtà come veramente è mutata e cambiata, rispetto all’ultima volta che l’ha vista a colori, senza alcun ostacolo, senza avere il bisogno di nessun capo o padrone che gli racconti a suo piacimento e secondo le sue opinioni “la verità” e i fatti del mondo che lo circondano.
L’uomo per divenire veramente un essere umano libero e no un animale senza ragione, deve cercare di liberarsi delle catene, delle censure e del bavaglio che i potenti della terra gli impongono, non solo per una sicurezza dell’ordine pubblico o per il rispetto della morale e dell’etica come vorrebbero fargli credere, ma soprattutto per farlo diventare un burattino privo di capacità motorie e mentali nel poter trasmettere le sue idee, opinioni, pensieri diversi dal normale. Come direbbe Martin Luther King “Le nostre vite finiscono quando taciamo di fronte alle cose davvero importanti”.
Non comunicare e informare ciò che potrebbe essere utile per l’interesse collettivo o anche solo per noi stessi come, ad esempio, denunciare gli atti illeciti ed illegali della classe politica del nostro o di un altro paese, o condannare attraverso i diversi mezzi di comunicazione i comportamenti e i mali perpetrati dalle varie mafie, si potrebbe considerare questo stato di silenzio e d’ indifferenza come un vero e proprio reato da perseguire per legge non solo a livello nazionale ma anche europeo e internazionale.
Dalla Tutela internazionale, comunitaria e nazionale della libertà di espressione, come diritto – dovere umano, dipende la libertà intera e complessa dell’uomo, che deve essere libero di esprimere le sue opinioni e le sue verità anche se non sono assolute, ma proprio per questa sua imperfezione, l’uomo deve avere la possibilità e quasi l’obbligo, in un contesto pacifico e democratico, di confrontarsi con le idee e le verità relative degli altri, senza, naturalmente, l’imposizione di cambiare a forza la sua idea solo perché sarà una minoranza o l’unico che la pensa in un modo su un determinato aspetto della vita.
L’essere umano non deve essere perseguito da nessun Stato o legge scritta e orale, torturato e ucciso solo perché ha avuto il coraggio e la voglia di rivelare il suo pensiero e porsi in una condizione di essere criticato. La censura purtroppo non è un male solo del nostro secolo, ma in passato anche chi era al vertice di poteri temporali e spirituali, se n’è avvalsa portando il suo popolo ad un’ ignoranza forzata, all’indottrinamento e alla schiavitù del pensiero.
Oggi giorno persone come Giordano Bruno o Galileo Galilei ancora esistono, perseguitate, torturate, costrette al silenzio o a cambiare teoria per non venire “arso vivo” in sentenze e condanne, scritte da giudici corrotti o costretti ad applicare leggi volute da chissà quale regime dittatoriale o pseudo democratico dove i diritti fondamentali non trovano alcuna garanzia ed applicazione concreta.
Come il potere politico non potrà mai fare a meno della libertà di espressione per comunicare con il popolo che, a sua volta, deve e ha il diritto di esercitare questa libertà che non solo le Costituzioni democratiche gli garantiscono, ma anche le Dichiarazioni e Convenzioni internazionali ed europee. Purtroppo queste norme a favore dei diritti umani non sempre vengono rispettate e messe in atto per tutti allo stesso modo.
Visto che tutti gli esseri umani sono dotati della capacità di poter pensare ed esprimere attraverso vari mezzi e strumenti quello che hanno da comunicare,insegnare... credo che in ogni angolo del mondo anche se siamo stranieri o apolidi privi dello status di cittadinanza dello Stato in cui ci troviamo, dovremmo avvalerci dello status di cittadino del mondo che ci darebbe una tutela maggiore per far sì che nessuna autorità di nessun colore politico o militare ci tolga brutalmente la parola mentre stiamo esprimendo agli altri il nostro pensiero, mettendoci isolati e per anni in un angolo buio con mani legate, bocca imbavagliata ed orecchie stonate da una sola musica calpestando senza pudore la nostra dignità di esseri umani.

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