(articolo del 2007 pubblicato sul giornalino Orizzonti del Liceo Classico Gioacchino da Fiore di Rende)
“E non si può essere attori senza essere colti e
senza assorbire la vita nella sua
totalità anche immaginaria: essere insomma aperti, curiosi, disponibili,
sensibili all’esistere. Tutto questo, unito a una grande disciplina, che in
teatro è indispensabile”.( Aroldo
Tieri).
Il teatro italiano qualche mese fa, il 29 dicembre
2006, tra le mura di una clinica romana, ha visto spegnersi, a 89 anni, uno
degli ultimi istrioni, mattatori, della “vecchia guardia” , Aroldo Tieri
. Un emigrante del sud, precisamente, di Corigliano Calabro che a soli 3 anni
insieme alla famiglia, lasciò il suo paese natio, per vivere nella caotica ed eterna Roma degli anni 20’. La passione per la
recitazione e il palcoscenico la ereditò dal padre, Vincenzo Tieri, persona
colta e raffinata, che diede al figlio un’ottima educazione e basi solide per
vivere nel mondo dello spettacolo, sia
nelle vesti di uomo che di attore. Una volta licenziato dagli studi liceali,
Aroldo non perse tempo e con molta determinazione fu uno dei primi attori a
formarsi, professionalmente, all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma. Una delle
sue prime interpretazioni fu di Malatestino nella “Francesca da Rimini”
di D’Annunzio. Il teatro
italiano già nel 1938 poté vantarsi del debutto sul palcoscenico di Aroldo, che
entrò a far parte della storica compagnia del Teatro Eliseo di Roma, che
richiama alla mente attori dal calibro di Andreina Pagnani, Carlo Ninchi, Rina
Morelli, Paolo Stoppa e Gino Cervi. Aroldo con modestia riuscì ad ottenere
ruoli importanti, o di spalla che lo videro calcare i più importanti teatri
italiani e non solo, insieme a miti come: Evi Maltagliati, Anna Proclemer,
Salvo Randone, Anna Magnani, Valeria Valeri. La sua splendida carriera fu
segnata dal incontro professionale e sentimentale con Giuliana Lojodice.
Condivisero varie rappresentazioni teatrali come: ”Monsieur Jean”
di R. Vailland, regia di Marco Ferrero(1970); “Un amore
impossibile”da “Taide” di Vincenzo Tieri, regia di Mario
Ferrero(1970); ”L’ uomo, la bestia, la virtù” di L.
Pirandello, regia di P.A. Barbini(1973); “Un marito”di Italo
Svevo, regia di Gianfranco De Bosio(1983). Aroldo, nel 1999, si congedò
dalle scene con “L’amante inglese” di Margherite Duras,
regia di Giancarlo Sepe. Egli si prestò anche al cinema e in totale girò ben
126 film, e nel suo piccolo riuscì a recitare con grandi della comicità
italiana semplice, pura e genuina come: Totò e Peppino De Filippo. Tra il 1955
e il 1965 recitò in molti sceneggiati per la televisione e per la sua
personalità garbata nel ’60 venne scelto per presentare un’edizione del mitico
programma Canzonissima. Aroldo Tieri in ogni sua interpretazione
faceva trasparire il suo amore ed orgoglio
per la Calabria. Un emigrato che non sentì mai lontana la sua terra e la
sua gente dal suo cuore e dai suoi modi. In sé era consapevole che la sua
gestualità, unicità, capacità d’introspezione, personalità e fascino li doveva
alle sue origini calabresi. Uno di noi, che ammetteva di non conoscere il
calabrese, ma per arrivare all’apice del successo ampliò i propri saperi
studiando altre lingue come quella di Shakespeare, di Pirandello e dei tragici
greci. Un attore che giovanissimo lasciò tutto per dedicare la sua vita
all’arte e allo spettacolo. Un uomo a cui non pesò mai l’idea di essere uno dei
tanti emigranti del sud, che per tentare la fortuna dovette fare quella valigia
di cartone che un giorno, forse, sarebbe diventata un’importante compagna di
viaggio delle lunghe e splendide tournèe, dove non poteva fare a meno di avere
con sé insaccati e vasetti sottolio, che gli facevano sentire più vicini gli
odori e i colori infantili della sua
amata Corigliano Calabro.
“Tieri è tout court, uno straordinario attore: con le radici ben piantate
nel meglio della tradizione di una professionalità antica e rara; è un artista
che non ha cessato di rinnovarsi e affinarsi affacciandosi con ferma voce a
tutti gli snodi progressivi del discorso teatrale italiano”(Vittorio Gassman).
Nessun commento:
Posta un commento