(articolo del 2005 pubblicato sul giornalino Orizzonti del Liceo Classico Gioacchino da Fiore di Rende)
“Sai c’è un bambino che sta in un posto che è molto lontano, lì non ci
sono città e le case son tutte ad un piano...e se lo incontrerò lo so gli
parlerò col cuore...AMORE...chissà se è
davvero il suo nome”.
Oggi dai microfoni di
un programma televisivo di Raffaella Carrà, “Amore”, si parla di un tema
sociale molto importante come il sostegno a distanza, che da ben cinque anni
vede impegnata la nostra scuola, che tra alunni, professori e bidelli è
arrivata a formare una vera e propria classe di 40 bambini, diventando un caso
primo ed unico in Italia; che grazie ai nostri contributi ,con solo 25 euro a
testa, non vivono più in strada, ma in comunità dove studiano, giocano
costruendosi ,individualmente, una vera e propria dignità e identità nei loro
paesi d’origine e tra la propria gente. Sul volto di questi bambini, c’è un
sorriso di speranza che illumina i loro occhi profondi e pieni di lacrime
amare, che bagnano purtroppo da tempo le strade e i villaggi dell’Africa,
dell’India e di tutti quei paesi del terzo-quarto mondo, che vengono distinti
sulla carta geografica anche per questa brutta piaga sociale, che porta a
riflettere e spinge molti uomini di buona volontà a dare un po’ della loro felicità e serenità a chi non ce
l’ha. Pensare a chi a bisogno non è tempo sprecato, ma molti siamo a chiudere
gli occhi di fronte alla realtà di chi dorme su cartoni o sotto ponti e sogna
su cuscini di pietra. A volte la vita nell’accanirsi contro i più deboli e
poveri porta le madri ad abbandonare i propri figli in mezzo ad una strada o di
fronte ad un portone di una chiesa, sperando che un angelo possa proteggerli
dalle intemperie del mondo, ma non sempre va così;infatti quanti orchi e bruti
esistono, che li svezzano ad uccidere e a rubare andando contro i veri valori
della vita, portandoli molte volte a vestire panni da soldato, facendogli il
lavaggio del cervello con promesse, aspettative e ideali che, forse, un giorno
li riscatteranno da tutti i mali subiti durante l’infanzia perduta. Bambini che
sono stati portati via dalle loro famiglie per andare a lavorare nelle cave o
nelle fabbriche, diventando piccoli fantasmi che lo stesso Stato non riconosce
più, perchè ormai sono troppo grandi, con mani callose e con tante rughe
d’angoscia e di rassegnazione ,che il tempo stesso malvagio, gli ha segnato sul
viso troppo presto, cancellandogli ,per sempre, la gioventù mai giunta,
costringendoli a diventare subito adulti
e curvi, dovendo sostenere sulle spalle, fragili, responsabilità e problemi vari da affrontare,
che non danno la libertà nemmeno, per un secondo, di poter piangere e avere il
diritto di provare, nell’animo, le vere paure e gioie di un bambino di 6-13 anni.
A causa di malattie come l’aids, si trovano piccole creature che non fanno in
tempo a nascere per poter vedere gli occhi delle propria madre, o la luce del
mondo; se solo con il nostro sostegno riuscissimo a procurare le medicine che
mancano, in un villaggio, sarebbe già una vita salvata in più, e una corpo da
piangere in meno. Dio dice:”Fà agli
altri, ciò che vorresti che gli altri facessero a te”. Credo che nessuno
vorrebbe trovarsi senza l’affetto e l’amore di qualcuno, che certo non potrà
mai sostituire la figura del padre e della madre naturale, ma essere un punto
di riferimento importantissimo per chi, anche se sta a mille km distante da
noi, sa sentire il profumo del nostro amore, che va oltre le barriere e i
confini materiali dell’universo, perchè è un dono unico, speciale che, non ha
bisogno di tante parole per arrivare dritto nel cuore della gente. Nel mondo
tutti siamo indispensabili e tutti abbiamo il diritto di vivere, di essere
bambini, donne e uomini, andare a scuola e lavorare, di poter abitare in un
paese, fornito di ogni servizio pubblico e sanitario, per rendere vivibile ogni
angolo del mondo, senza che la mancanza di questi diritti e doveri politici e
sociali, possa essere motivo di guerre o di migrazioni clandestine sanguinose
ed ingiuste, per chi è costretto a subirle e dover abbandonare, con il cuore
pieno di paure e speranze, i propri ricordi e cari. Adottare a distanza un
bambino è un gesto che non fa bene solo a chi lo riceve, ma anche a chi lo fa,
perché ti porta a non concentrarti solo sui tuoi problemi, quotidiani o extra,
che in qualche modo puoi risolvere, ma anche su questioni che in qualche parte
del mondo, un bambino, giornalmente le sta affrontando però ,rispetto a prima,
con coraggio e un briciolo di conforto in più, grazie anche a te che lo rendi
parte della tua famiglia, facendogli
provare ogni paura e gioia della sua vita, facendolo crescere così …come tutti
gli altri bambini del mondo.
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