Testo originale in
latino di Ovidio dalle Heroides XVIII, 1-8:
Leandro a Ero
Quam cuperem solitas, Hero, tibi ferre per undas
accipe Leandri, dum venit
ipse, manum.
Mittit Abydenus, quam mallet
ferre, salutem,
si cadat unda maris, Sesti puella, tibi.
Si mihi di faciles et sunt in amore secondi,
invitis oculis haec mea verba leges.
Sed non sunt faciles; nam cur mea vota morantur
currere me nota nec patiuntur aqua?
Traduzione
letterale:
Accogli, o Ero, la
lettera di Leandro,
che desidererei
portarti io stesso
attraverso le onde
note. Ti manda il saluto
il ragazzo di Abido,
che preferirebbe
portare di persona a
te, fanciulla di Sesto,
se si calmano le onde
del mare.
Se gli dei mi sono
propizi e favoriscono il mio amore,
leggerai queste mie
parole, anche con occhi scontenti;
ma non sono propizi.
Perché infatti mi fanno indugiare
e mi impediscono di
correre sulle ben note onde?
Traduzione
personalizzata:
Oh Ero,
desidero, mandarti
leggiadro,
l’sms di Leandro,
attraverso le onde
sonore dell’oboe,
con garbo inviartelo,
affinché io stesso
fossi gaudio nel cantartelo.
Il ragazzo di Abido,
ti manda un bacino
e su una gazzella,
vorrebbe portarti
lesto
la donzelletta di
Sesto,
su un’onda zoppa e
rotta.
Se oggi, i Postini fossero
carini
con il mio cuoricino,
leggerai questo mio
messaggino
come un topolino
imbruttito;
ma essi oggi,
non sono in servizio,
infatti è pomeriggio
e mi fanno
arrabbiare, penare,
nel non poter
ascoltare e danzare,
sulle belle note
delle onde musicali?
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