(articolo del 2006 pubblicato sul giornalino Orizzonti del Liceo Classico Gioacchino da Fiore di Rende)
Memi, una donna, spinta dalla nostalgia e dal Disìo, ritorna tra la sua
gente per ritrovare nei panni della dottoressa Ciane Santelia,il suo vero Io… e come
un guerriero epico, lotta contro i tentacoli della nuova mafia siciliana.
“Non sento lo schiocco
della frusta sul dorso
bruno dei destrieri
che portano l’alba, non è
sibilo di narici
fumanti né di mitologie che mi
hanno medicata”.
Silvana Grasso nata a Macchia di Giarre
attualmente vive a Gela, dove insegna lettere classiche in
un liceo; con queste parole piene di phatos,
sentimento, calore e aulicità apre il primo capitolo del suo nuovo ed ultimo lavoro Disìo.
Da ogni lettera, del suo romanzo traspare l’autenticità e la personalità del suo modo di scrivere, che rispecchia ,senza ombre,
o peli sulla lingua, il suo carattere esplosivo e trasparente come le acque della sua amata Sicilia.
La malinconia e molti caratteri tipici della scrittrice
siciliana trovano spazio nel personaggio principale del
romanzo…Memi. Una donna che, accanto al corpo moribondo
della madre tra un flash-back e le varie battaglie
contro la mafia, rievoca le paure, l’ingenuità, i dolori,
le violenze e i visi
familiari e non, che hanno segnato la
sua infanzia tra le
grigie e spoglie mura della sua casa
popolare. Per
scappare da tali fantasmi si rifuggirà nel
Continente dove rinascerà
sotto le false spoglie della
dott.essa Ciane. Ma
la sua sicilianità sarà come
“UN TUMORE
INVISIBILE”, che come un vulcano dormiente
si risveglierà dalle
viscere e la riporterà nella usa
terra a riprendersi ciò che aveva abbandonato nei suoi
ricordi infantili, tra cui il suo vero Io.
Attraverso le note della Turandot ,la scrittrice da voce all' Anima della nuova mafia, che con moderne tecnologie muove come un burattinaio i fili socio-politici della Sicilia,che come Memi non riuscirà e non vorrà svestirsi della sua vera identità e
diversità agli occhi del Continente.
”Dilegua, o notte!
Tramontate, stelle!All’alba Vincerò! Vincerò!”
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