lunedì 5 marzo 2018

Figlio della Terza Repubblica



Nato la notte del 5 marzo 2018 in un paese che non si riconosce più.
Tra i banchi di scuola e tra le vie del mondo ti diranno che sei figlio della Terza Repubblica.
Sui libri di storia scriveranno dei vinti, dei vincitori e dei loro colori.
Destra e Sinistra per alcuni sono ormai solo abiti carnevaleschi da indossare solo per le grandi occasioni.
Ti diranno che siamo tornati indietro ai tempi  dei briganti e dei Borboni  e che in fondo la Monarchia non era così male.
Dalle urne il popolo ha scelto di mettere fine al vecchio marciume ponendo le loro lacrime e le loro speranze a chimere.
Sono stati rottamati coloro che volevano la rottamazione. La democrazia guarda cosa sa combinare.
Riesce a fare giochi di magia come un grande stratega.
Mi chiederai perché così tanto odio e paura hanno incominciato ad animare le strade barocche del nostro quartiere.
Il cambiamento a volte fa così paura che la gente si uccide ed uccide con le parole, con gli oggetti e i pensieri.

L'Italia patria di santi, navigatori e poeti. Stanca di essere sputata a dosso da chiunque ha deciso di sputarsi a dosso da sola. Sperando di lavare via da sola le sue ferite e i suoi dolori. Perché alla fine quando si perde la dignità non si riesce più a dare senso ai propri gesti. Siamo un paese tossicodipendente da troppe illusioni e promesse ed  ormai non può più fare a meno di farsi un'overdose di finto ottimismo ogni santo giorno.

Nell'era dell'egoismo e del narcisismo. Il senso della comunità viene sempre meno. Nei cellulari abbiamo più foto dei nostri nasi che di quello che ci circonda.
Pretendiamo l'ascolto di note vocali kilometriche ma ci da noia dover alzare il mento dai nostri schermi per poter osservare meglio gli occhi di chi ci sta di fronte.

Ti daranno che sei figlio della Terza Repubblica nata non di certo da una svista popolare.




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