sabato 26 settembre 2015

Dove sorge il sole





                  


Cara Sibari, 
nel dirti addio dal binario morto della tua stazione,
dal finestrino di questo piccolo treno, guardo il tuo mare immenso 
le tue spiagge deserte dove i gabbiani si stringono, l'uno accanto all'altro,
contro il freddo della notte e della morte.

Mar Ionio,
dimenticato dalla classe politica e da Dio,
come un'ancora che aspetta il pescatore che la tiri su.

Magna Grecia da scoprire, 
con i tuoi alti monti e le tue distese pianure,
faresti paura a qualsiasi forestiero
che folgorato dalla tua bellezza, dopo un pò, farebbe fatica a lasciarti.

Caro Thurio,
quanti racconti di nobili cavalieri cela il tuo mantello,
che pesa come un fardello.

Il fiume impetuoso si è ripreso il suo letto,
e tu Rossano sei stata  travolta, insieme al tuo vicino Corigliano,  dal peso dell' ingordigia.

Lì dove sorge il sole,
non bastano fiaccolate per dare luce ad una Calabria buia ed abbandonata.

Mentre il Tg parla di abusi edilizi,
Cara Ninfa, tu sei già pronta ad andare a battere sulla 106,
anche quando il sole non è ancora sorto sulle tue vesti gialle
al sapore di agrumi e di terra da arare.




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